Diamoci la possibilità di scegliere, nella vita, nuove “sfumature di colore”.

Qualche tempo fa mi è capitato di parlare con una persona che, raccontandomi la fine della sua storia d’amore e di fronte alla mia domanda:” Sei sicuro che sia proprio finita?”, mi diceva: “Per me la vita ha sempre avuto solo due colori: il bianco e il nero”. Egli però aggiungeva che, avendo questa concezione, si era incastrato da solo, in un tunnel senza uscita; da una parte, la sofferenza e il senso di perdita per la rottura di un rapporto durato anni, dall’altro, l’imperativo di non volere vedere più la persona, ancora amata. Di fronte al suo racconto mi chiedevo se non vi fossero spazi di pensiero con cui percepirsi anche in un altro modo e non solo come colui che aveva finora vissuto le proprie esperienze, in termini di bianco e nero. E la storia con la sua compagna, che forse aveva avuto un ripensamento, doveva per forza essere chiusa? E se fosse stato così, in quali altri modi egli avrebbe potuto vivere quel momento di sofferenza per cominciare ad uscire dalla sensazione di tunnel senza uscita, in cui sentiva di essere entrato? Quello citato è solo un esempio per dire che, anche se nella vita vi sono situazioni in cui, necessariamente, si deve decidere tra due opzioni (vero o falso, giusto/sbagliato, sì/no…), di fronte ad altri eventi, la lettura di ciò che si sta vivendo e le conseguenti decisioni, devono invece poter considerare altre alternative, altre sfumature di colore, oltre il bianco e il nero. E’ assolutamente non rispettoso del desiderio di felicità personale, non darsi alternative per spiegare e per decidere di eventi che, invece, portano con sé molteplici emozioni e che meriterebbero di essere valutate in modo più aperto. Perché non concedersi l’opportunità di guardare a sé stessi e alla propria situazione in modo nuovo, dandosi la possibilità di considerare altri aspetti nella propria vita? Perché non provare a capire se ci si sta scontrando con vecchi paradigmi di pensiero, i quali, se andavano bene anni fa, forse oggi non sono più adeguati? E soprattutto: Perché non darsi la possibilità di capire cosa può renderci veramente felici e quali sono le potenzialità sulle quali far leva per avere la volontà di uscire da una situazione di stallo? In una sessione di Coaching, è proprio il coach che pone le domande, che supporta nella riflessione e nel percorso di consapevolezza di sé, laddove il coachee (cliente) può trovarsi “incastrato” nella propria dimensione di vita e di pensiero. Le risposte sono sempre dentro di noi; ma, molto più spesso, sono le domande che ci facciamo ad essere sbagliate. Ecco perché il Coaching può offrire, se la si vuole cogliere, un’altra possibilità di analisi e lettura del proprio presente, una focalizzazione del proprio desiderio, obiettivo, meta (sia essa emotiva, lavorativa, affettiva, di sviluppo personale) da raggiungere, la concretizzazione di un realistico piano d’azione per vedere realizzato il futuro desiderato.